Le politiche di Trump: riflessioni ed esperienze personali di un lettore
E così anche il Presidente Trump – notizia del 28 febbraio – ha deciso di destinare 54 miliardi di dollari del bilancio federale USA 1918 che potrebbero diventare 80 per sua stessa ammissione, in rinnovati armamenti al fine di rendere soprattutto più sicuri i suoi confini e la sicurezza dei suoi concittadini, nonché la supremazia militare dell’intero pianeta. Confesso che la notizia non mi ha per niente sorpreso in quanto anche Ronald Reagan, raggiunta la Presidenza degli Stati Uniti nel 1981, si comportò nell’identico modo, con l’obiettivo di costringere l’allora URSS a destinare il 30 (trenta) per cento del suo bilancio in armamenti destinati, soprattutto, a superare il famoso “scudo spaziale”, gigantesca “patacca” inventata dal famoso “Ronny” per mettere a soqquadro l’economia sovietica.
Ma la cosa veramente curiosa fu che ci riuscì, anche se gli stessi USA dovettero poi subire la famosa “deregulation”, generata dalla allora “Scuola di Chicago” dei vari Milton Friedman, Alfred E. Kahn, etc. che, per amore di verità, ebbe però inizio sotto la precedente presidenza democratica di Jimmy Carter.
Non fu certo per caso che l’intera economia mondiale ne fu sconvolta e che lo stesso impero sovietico ne risentì fortemente proprio perché in quegli anni ’80 prese corpo la “Primavera di Praga” per poi finire con l’invasione dell’Afghanistan cui seguì, di lì a poco, la “perestrojka” di Gorbaciov che si dissolse nel 1991 con la fine dell’URSS, giusto due anni dopo la scadenza del mandato di Ronald Reagan.
La stessa Chiavari dove attualmente vivo, per citare un esempio che potrà sembrare paradossale, ne subì le conseguenze con il crollo della economia argentina di Carlos Menem basata sui famosi “rendimenti” al 16 % largamente pubblicizzati dalle sue numerose banche e tanto apprezzati da non pochi suoi cittadini figli e nipoti della emigrazione ligure in quella terra, che si ritrovarono, in brevissimo tempo, possessori di azioni argentine “carta straccia”….
Personalmente ricordo ancora con terrore il viaggio aereo New York – Washington, all’inizio della famosa “deregulation”, con la drastica riduzione del personale del traffico aereo, i rullaggi ravvicinati degli aeromobili, nonché i paurosi decolli in linee di fila dei vettori distanziati di uno, due minuti l’uno dall’altro. Il tutto onde ridurre all’osso le spese delle grandi Compagnie aeree e salvaguardare il gigantesco traffico aereo mondiale garantendone la “operational functionality” che doveva sempre e comunque essere rispettata per ottenere, giustappunto, il “dividendo”, a scapito, purtroppo, di tante cose, non ultima la sicurezza. Il resto lo lascio alla deduzione dei lettori.
Beppe Grossi
Molte delle cose scritte dall’ amico Grossi sono condivisibili: