MAZZINI, GUIDA E RIFERIMENTO

Solidarietà, Educazione, Responsabilità

Si è svolto lo scorso 2 febbraio presso il Centro Cooperativo Mazziniano di Senigallia, il Convegno organizzato da AMI Ancona, UIL Marche, Centro Cooperativo Mazziniano “Pensiero e Azione” e Lucifero. Dopo i saluti del Presidente Alessandro D’Alessandro, il dibattito presieduto dal Presidente dell’AMI di Ancona Graziano Fioretti, ha visto la partecipazione di Domenico Proietti, Segretario Generale UIL-FPL, del Presidente del Museo Storico della Liberazione Roberto Balzani e di Claudia Mazzucchelli, Segretaria Generale UIL Marche, che ha aperto i lavori e di cui riportiamo l’intervento integrale, mentre il Presidente Nazionale dell’AMI Michele Finelli ha concluso il convegno.

Intervento di Claudia Mazzucchelli, Segretaria Generale UIL Marche

Ringrazio tutti i presenti, perché si tratta di una occasione importante di elaborazione del pensiero sul perché abbiamo determinate posizioni, da dove veniamo, penso che sia essenziale per dare valore e contenuto alla nostra attività sindacale.

Per noi, queste sono le radici del sindacato, il sindacato che nasce della società di mutuo soccorso, che nasce sulla spinta dei valori e delle idee mazziniane di solidarietà  e cooperazione per il raggiungimento di obbiettivi comuni.

Però è evidente che nel tempo  qualcosa non ha funzionato.

Nel tempo si è alimentata la mitologia dell’individuo sovrano, portatore di diritti ma non di doveri e ciò ha prodotto danni difficilmente valutabili soprattutto sia per ciò che concerne il rispetto del “bene comune” e della “cosa pubblica”, ma anche nel modo di percepire e osservare norme, valori, regole, modelli di comportamento.

Ma una società fondata solo sui diritti  è una società in cui ciascuno pensa unicamente a ciò che èmeglio per sé ed è una società dove vince il più forte.

“Ho diritto al benessere economico” ed ecco la corsa al profitto a qualunque costo. “Ho diritto a dire liberamente ciò che penso” ed ecco le offese e l’odio sui social. “Ho il diritto di pensare solo alla mia salute” ed ecco le proteste contro il vaccino.

Ma se la ricerca del benessere è un diritto di tutti, come evitare che i diritti individuali entrino in contrasto? Chi stabilisce cos’è giusto per ciascuno? Chi deciderà tra il diritto del lavoratore e il diritto dell’imprenditore?

Laddove non esistono doveri per tutti, il più forte, il più attrezzato, quello privo di scrupoli vince.

Solo il dovere di contemperare le esigenze di tutti può limitare il godimento dei diritti del singolo.

Una società solidale è un bene per tutti. Partecipare alla vita pubblica, pagare le tasse, avere attenzione per le fasce deboli non è buonismo ma è l’essenza della democrazia e del vivere civile.

Ed è lo Stato che deve garantire il rispetto dei diritti e dei doveri,secondo regole condivise e applicabili a tutti dando concretezza all’ art. 3 dalla nostra Costituzione

Può sembrare una riflessione banale, ma nella pratica molti rimangono convinti che lo Stato debba garantire solo il rispetto dei diritti (soprattutto dei diritti degli amici o dei sodali) dimenticando, come scriveva Mazzini nel suo “Doveri dell’uomo”, che a ognuno di essi corrisponde un dovere: “Quand’io dico, che la conoscenza dei loro diritti non basta agli uomini per operare un miglioramento importante e durevole, non chiedo che rinunziate a questi diritti; dico soltanto che non sono se non una conseguenza di doveri adempiti, e che bisogna cominciare da questi per giungere a quelli.”

Penso sia questo il motivo del venir meno del legame tra l’individuo e le Istituzioni e soprattutto tra i cittadini e Politica, favorendo il coinvolgimento sempre più massiccio e decisivo della rete e dei social, nel processo di formazione delle identità individuali e collettive, condizionando anche le istanze sociali oggetto di rivendicazione nei confronti della Politica.

Il Sindacato e la UIL in particolare ha ben presente nel suo DNA l’idea risorgimentale mazziniana che  “il bene comune è l’orizzonte che dà senso al bene individuale”.

Dobbiamo riattivare la speranza nel futuro restituendo un effettivo primato alla politica e al confronto, garanzie ineludibili per far prevalere le ragioni della solidarietà, della pace e di una reale lotta alle diseguaglianze.

I dati UIL mostrano un sindacato in crescita, nel quale si contano più attivi che pensionati, ma iscritti con una concentrazione di over 50. Cosa manca al sindacato per attirare i ragazzi?

E mi viene in mente il film di Martone…”NOI CREDEVAMO”…che racconta attraverso la storia di tre ragazzi del sud  affiliati alla Giovine Italia il processo che ha portato all’Unità d’Italia.

Mazzini dice:

«Quand’anche le vostre speranze fossero state deluse non sette volte, ma settanta volte sette, non rinnegate mai la speranza… Quando un tentativo s’è fatto e non è riuscito, bisogna guardarsi attorno, e guardarsi dentro, e riflettere attentamente, e scoprire, e confessarsi gli errori commessi, e veder d’onde vengono, e cercar le vie che potrebbero ripararli, poi ricominciare da capo, e una terza volta, e una quarta, e finché si riesca. “

Il futuro passa inevitabilmente per l’autonomia e l’inserimento dei giovani e delle donne nel mondo del lavoro.

Ma noi ci troviamo di fronte ad una generazione a cui prevale – e non per colpa loro – un senso di impotenza e rassegnazione.

Compito non facile del sindacato, per questo più sfidante – ma direi anche entusiasmante – è proprio quello di provare a cambiare questa narrazione. Le implicazioni sono molte: impegno, gestione del fallimento, tempi lunghi, bisogna non perdere di vista l’ obbiettivo, bisogna crederci.

In tempi in cui il 10% degli italiani detiene gran parte della ricchezza del paese, mentre gli altri non arrivano a fine mese; quando la politica si basa sul controllo dell’informazione e sulla capacità di abituare le masse alla bugia (fake news) quando la  corruzione, l’evasione fiscale vengono banalizzati se non addirittura approvati, bisogna rafforzare la responsabilità civile attraverso la partecipazione, al fine di determinare uno spazio politico che sappia coniugare individuo e società, dando rinnovato significato alle parole di libertà e di responsabilità.

Mazzini chiama dunque alla responsabilità, al coraggio, alla partecipazione contrapposte al potere anestetizzante dell’individualismo e dell’apatia.

E penso che su questo tema, sull’ esigenza urgente di tornare a coniugare in maniera nuova,  diritti e doveri, il sindacato e la UIL in particolare debba continuare a impegnarsi, come sta facendo con idee e proposte per costruire una società che abbia veramente al centro la persona e realizzi compiutamente i principi di libertà, uguaglianza e fratellanza.