UN NUOVO INIZIO
IL GIORNALE DELLA DEMOCRAZIA REPUBBLICANA di Graziano Fioretti
– Umiltà, insieme orgoglio e senso di responsabilità: questi i sentimenti che ci animano nel riproporre un “nuovo inizio” di una testata che affonda le radici nelle più genuine tradizioni del repubblicanesimo marchigiano ed italiano. Il “Lucifero”, come ebbe già a ricordare nel lontano 1994 l’ amico Luca Guazzati nella sua importante ricostruzione storica (“I giornalisti della democrazia” a cura dell’ Istituto per la Storia del Movimento Democratico e Repubblicano nelle Marche”) segnò in maniera indelebile le origini stesse del movimento repubblicano nella nostra regione.
Non manca certo la consapevolezza della distanza e della discontinuità che le grandi trasformazioni del nostro sistema politico ed istituzionale necessariamente comportano. Diversità profonde di contesti storici e politici e che mutano il senso stesso delle iniziative che oggi si assumono, pur nel doveroso richiamo alla nostra tradizione.
Scegliamo di mettere al centro del nostro lavoro quella giustizia sociale che la società globalizzata e competitiva tende ad offuscare e che dovrebbe costituire, invece, con la elevazione culturale e civile la finalità prioritaria della politica e delle istituzioni.
In questa direzione la voce del repubblicanesimo e della cultura repubblicana di stampo sociale e mazziniano a nostro avviso può e deve dare ancora molto al Paese. Essa non può essere tacitata, né dal declino delle ideologie e dei partiti tradizionali né dai populismi dilaganti.
Anche da qui la convinzione che il progetto di rilancio del “Lucifero”, su basi nuove e più moderne dal punto di vista editoriale, comunicativo ed organizzativo incontrerà entusiasmo e collaborazione, venendo incontro a diffuse aspettative e colmando uno spazio che, tanto sul piano locale come su quello nazionale, non può restare vuoto.
Un percorso storico lunghissimo quello del “Lucifero”, nato come periodico della Consociazione Repubblicana delle Marche, diretto, fino al 1904, da Domenico Barilari.
Dalla nascita dello stato unitario e dal “risorgimento tradito” alla fase più critica dell’ associazionismo e dell’ operaismo di stampo mazziniano; dal lento e progressivo esaurirsi del “patto delle fratellanze operaie” al recupero dell’orgoglio dell’intransigenza e dell’isolamento per la battaglia istituzionale; dalle storiche giornate della Settimana Rossa alla definitiva presa di distanza dal “riformismo” e “trasformismo” liberale, giolittiano; dal rinnovamento “neo-repubblicano” alla lotta alla dittatura; dalla ricostruzione al travagliato percorso del centrismo, prima, e del centro-sinistra poi fino alle vicende più recenti di quella transizione politica ancora in corso e di quella “diaspora repubblicana” nel corso delle quali questa storica testata ha inteso costituire un importante punto di riferimento.
Oggi, però, il pensiero si rivolge innanzitutto a quanti, amici e militanti, con grande sacrificio ed impegno hanno saputo tenere in vita fino a poco tempo fa questa testata; a quella compagine di amici, collaboratori, personalità del mondo della politica e della cultura che ha scelto di contribuire a rendere vivo fino a fasi recenti della vicenda nazionale un messaggio legato ad immutabili valori: quelli di un periodico che Giancarlo Castagnari e Nora Lipparoni, nell’oramai lontano 1981, definirono “Il Giornale della Democrazia Repubblicana”.
Costituiva comunque compito primario aprire una fase nuova e diversa mantenendo nel contempo alcune caratteristiche di fondo: l’ autonomia, lo spirito laico e battagliero, l’”animus pugnandi”, l’ accostamento tra protagonisti, militanti e cittadini liberi.
Non è certo per una pura coincidenza che a raccogliere il testimone di una così importante iniziativa sia una parte di quella “generazione” intermedia di amici e militanti, “nati con la Repubblica – dunque più che nel pieno della “maturità” – che opera soprattutto nel tessuto “sociale” di Ancona, delle Marche, nei vari territori di tradizione repubblicana e che ha avvertito la esigenza di prolungare e di rilanciare su basi nuove, e sempre nel solco della tradizione, una “voce libera e repubblicana”.
E’ vero, infatti, che la testimonianza e la presenza repubblicana, oramai pressoché assenti a livello partitico ed istituzionale, appaiono ancora vive ed operanti nei cosiddetti “corpi intermedi”, nell’ associazionismo, nel sindacato, nella cooperazione, nel mondo della ricerca e della cultura, nei territori di più radicata tradizione del movimento repubblicano. I sommovimenti politici dagli anni ’90 in poi hanno lacerato e diviso il repubblicanesimo italiano nelle collocazioni ma al fondo esso rimane ancora unito nei princìpi e nei valori.
Il nostro progetto, lo ripetiamo, non potrà non segnare una doverosa discontinuità. Intende essere soprattutto un progetto “certo” nella continuità, nel sostegno, “concreto” ed insieme “ambizioso” negli obiettivi, per quanto possibile “innovativo” negli strumenti e nelle modalità, così come richiedono i tempi della moderna comunicazione.
Un progetto che non vuol essere solo “pura testimonianza”. C’è tanto di vero in un antico detto che recita così: “Chi legge e chi scrive organizza nei momenti difficili le proprie difese mentali”.
La nostra comunicazione, però, non sarà rivolta a colmare vuoti esistenziali. Scriveremo nel mentre parteciperemo, nel mentre proporremo, prolungheremo nella comunicazione la concretezza di un impegno quotidiano nella vita sociale e civile.
Anche da qui la esigenza della costruzione di una struttura agile ed efficiente di redazione, l’apertura a rappresentative collaborazioni, ma anche ad apporti di amici e militanti, espressione della loro ricerca, del loro lavoro e delle loro competenze, nell’ ambito di tematiche che intendono toccare anche aspetti critici della vita culturale, sociale e civile dei territori.
Ad una periodicità il più possibile rispettata e garantita si accompagnerà la creazione di un sito e di una testata digitale, consultabile on-line, che velocizzi i tempi della comunicazione ed estenda quelli dell’ approfondimento e della diffusione. Non potevamo però rinunciare al tradizionale “formato cartaceo” che forse meglio di ogni altro strumento “penetra” e “resta” nei cuori e nelle menti, ma anche nelle….scrivanie, soprattutto dei militanti.
Non potrà non far parte della nuova iniziativa l’attenzione alle tematiche del nostro territorio. Lo faremo con i modi ed i tempi necessari, con l’indispensabile attenzione e rigore, evitando di concedere alla strumentalizzazione ed all’ uso politico delle nostre idee e delle nostre posizioni. Il prioritario obiettivo resta, infatti, quello di allargare il nostro ambito di riferimento per aprire ad apporti che possono venire da amici, militanti e nuclei operativi ed organizzati presenti soprattutto in quelle zone dell’ Italia ad ancora forte radicamento laico e repubblicano.
L’auspicio e l’impegno finali restano quelli di contribuire alla produzione di idee ed anche di iniziative che potranno rivelarsi soprattutto utili alla formazione ed educazione dei giovani e delle nuove generazioni, per accostare quest’ultimi ad una testimonianza e ad una presenza ancora vitali ed oggi più di ieri “necessarie” alla vita politica, sociale di tutta la comunità e della Repubblica.